I MERCATI DI PALERMO

I MERCATI DI PALERMO

03 gen

I MERCATI DI PALERMO

Il mercato di Ballarò si estende da Piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory verso Porta Sant'Agata. Il mercato è famoso per la vendita delle primizie che provengono dalle campagne del palermitano. Ballarò è il più antico tra i mercati della città, frequentato giornalmente da centinaia di persone, animato dalle cosiddette abbanniate, cioè dai chiassosi richiami dei venditori che, con il loro caratteristico e colorito accento locale, cercano di attirare l'interesse dei passanti. Si presenta come un ammasso di bancarelle assiepate e con la strada invasa dalle cassette di legno che contengono la merce che viene continuamente urlata, abbanniata, cantilenata per reclamizzare la buona qualità e il buon prezzo dei prodotti.
Ballarò è un mercato principalmente alimentare, adibito soprattutto alla vendita di frutta, ortaggi, verdure, spezie, carne e pesce, ma si trovano anche articoli di uso domestico per la cucina e pulizia della casa.

All'interno del mercato i fruttivendoli vendono cibi cotti e cibi da strada, tipici della cucina palermitana, come cipolle bollite o al forno, panelle (frittelle di farina di ceci), crocchè o cazzilli (crocchette di patate), verdure lesse, polpo, quarume (interiora di vitello), panino con la meusa (milza).

 

l mercato del Capo è un importante punto di smercio agroalimentare al dettaglio. È un animatissimo e caratteristico mercato alimentare: i colori, le urla (i vuci) dei venditori, l'animazione delle bancarelle ne fanno un elemento essenziale del carattere della città di Palermo. È un mercato attivo tutti i giorni, compreso la domenica mattina, dando la possibilità di acquistare a buon prezzo sia generi alimentari, sia altre mercanzie: frutta, verdura, spezie, carne, pesce, ecc., oltre a taverne e luoghi di ritrovo. Si estende lungo la via Carini e via Beati Paoli, la via di Sant'Agostino e la via Cappuccinelle. L'accesso principale del mercato è Porta Carini e via omonima, che porta a piazza Capo. La zona in cui sorge il quartiere del Capo insiste sul letto dell'antico fiume Papireto. Tradizionalmente, è nei sotterranei di quest'area che i Beati Paoli avrebbero avuto il loro tribunale segreto, come indicato anche nei romanzi di Luigi Natoli. 

 

La Vucciria si estende tra via Roma, La Cala, il Cassaro, lungo la via Cassari, la piazza del Garraffello, la via Argenteria nuova, la piazza Caracciolo e la via Maccheronai. 

Il nome di questo mercato deriva dalla parola Bucceria, simile al volgare beccheria o al francese boucherie, che significa macelleria. Il mercato era infatti inizialmente destinato al macello ed alla vendita delle carni. Successivamente divenne un mercato per la vendita del pesce, della frutta e della verdura.

Muovendosi all'interno del fitto intreccio di vicoli e piazzette del mercato della Vucciria si possono ritrovare tutti gli ingredienti della cucina siciliana. Nelle pentole bollenti vengono tuffati i polpi bolliti, conditi a fine cottura con soltanto una spruzzata di limone. Le sarde salate vengono pulite davanti agli occhi dei clienti. Caratteristiche sono anche le stigghiole cotte alla brace e le panelle.

A partire dagli anni 2000 la Vucciria è diventata una delle sedi della movida palermitana, dal tardo pomeriggio e fino a notte inoltrata. È possibile trovare tanti locali che vendono bevande a costo inferiore rispetto ai locali di altre zone, e angoli in cui si vende cibo da strada, dal panino con panelle e crocchè al panino con la milza, dalle stigghiola al polpo.

Un celebre dipinto di Renato Guttuso del 1974, intitolato "Vucciria di Palermo", e ammirabile al Palazzo Steri, rappresenta la vita della Vucciria, ed è caratterizzato da un'allegra baraonda di bancarelle trasformata dal pittore bagherese in una fantasmagorica tappezzeria di odori e di colori.